Bottici (M5S): ''Ritrovamenti Villa di Cesare e Massenzio: no a speculazioni edilizie''
23-06-2016
SAN CESAREO – Finisce in Senato la vicenda della realizzazione del Piano Integrato su un'area archeologica di grande valore per il territorio. Presentata una interrogazione
La vicenda dei ritrovamenti archeologici della Villa di Cesare e Massenzio a San Cesareo arrivano nell'aula del Senato grazie ad un intervento della portavoce M5S Laura Bottici al termine della seduta del 22 giugno 2016.
I resti, di grande valore e pregio sono venuti alla luce come noto durante gli scavi preventivi al progetto di un complesso parrocchiale e residenziale con annessi locali commerciali nell'area. I rinvenimenti, risalenti al 2009, ora versano in uno stato di preoccupante abbandono, ma non per i cittadini e i Comitati che in questi anni si stanno battendo per la loro salvaguardia e conservazione.
''Oggi nessuno sembra più interessarsi a questi ritrovamenti – ha affermato la Bottici in aula - nonostante le interrogazioni alla Regione Lazio. Nel 2011 il clamore fu tale che il sottosegretario dei beni culturali Francesco Giro (Forza Italia) si mobilitò per un vincolo di inedificabilità. La mancata applicazione del vincolo indiretto, l'assenza dichiarazioni di tutela sui beni, il mancato inoltro di documentazione a tutti gli enti partecipanti, la conferenza dei servizi, la redazione di pareri vagamente permissivi sebbene con prescrizioni rilasciati dagli uffici, hanno consentito che l'area fosse rilasciata in completo abbandono e che due società immobiliari, assieme alla cura vescovile di Palestrina, continuassero a presentare varianti progettuali che oltre un costo complessivo di 500mila euro hanno visto più volte impegnata la funzione pubblica''. ''Questo emerge – ha continuato la Bottici - anche dai pareri della stessa Sovrintendenza, dalle risposte dalla Provincia Roma Metropolitana e dalla Direzione Urbanistica e Territorio della Regione Lazio a fronte delle recenti interrogazioni e accessi agli atti del movimento 5 stelle''.
''Facciamo nostre le preoccupazione dei cittadini e del locale Comitato Difeso del Territorio – ha concluso la portavoce - che il 15 giungo 2015 e il 18 marzo 2016 ha esplicitato le criticità del piano integrato. Oggi sembra palese l'intento di scardinare i vincoli urbanistici e paesaggistici usando come grimaldello l'opera pubblica della Chiesa di San Giuseppe per avviare in realtà, con la complicità della Curia, una speculazione edilizia spinta dai costruttori locali e da chissà quali investitori esterni. Presenteremo interrogazioni a riguardo''.
Il tema torna dunque di attualità, con il sostegno delle forze politiche e una ritrovata visibilità.