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"L'omicidio più atroce visto in 25 anni". La terribile fine di Sara Di Pietrantonio

01-06-2016

ROMA - Il delitto della Magliana: Arrestato il fidanzato. Avrebbe inseguito la ex per dargli fuoco. ''La giovane ha chiesto aiuto, senza che nessuno si sia fermato''.

ilmamilio.it

Sara di Pietrantonio è morta in un girone infernale di odio, di vendetta e codardia. La somma del male. Quando il suo ex, Vincenzo Paduano, 27 anni, l'ha rincorsa per dare fuoco al suo corpo, accecato dalla gelosia e dalla violenza, Sara forse ha chiesto aiuto, ma nessuno si è fermato. Poi è stata inseguita, bloccata di forza e bruciata con l'alcol. E' finita così, secondo gli inquirenti, l'esistenza della studentessa di 22 anni trovata morta, all'alba di ieri, semicarbonizzata nei pressi della sua auto in via della Magliana. Paduano, fermato questa notte, ha confessato. E' accusato di omicidio volontario.

Secondo la ricostruzione compiuta dagli agenti della Squadra mobile di Roma poche ore fa, la serata di Sara Di Pietrantonio era cominciata con una visita del suo ex a casa sua, durante la quale tra i due non ci sarebbe stata nessuna discussione. Poi la ragazza è uscita per andare in un pub con un'amica e dopo si è vista con il suo nuovo ragazzo. Paduano, che faceva la guardia giurata in una portineria poco distante dal luogo del delitto, si sarebbe appostato con l'auto sotto casa del nuovo compagno. Quando lei è passata con la sua auto, l'avrebbe inseguita per poi accostarsi e costringerla a fermarsi. Il ragazzo sarebbe entrato nell'auto di Sara e avrebbe cosparso l'auto con l'alcol, gettandolo anche contro la vittima. A quel punto la studentessa sarebbe scappata. Alcune auto, almeno due, secondo quanto accertato, pur avendola vista, hanno continuato per la loro strada. Una dinamica ancor più terribile, ove la speranza di un attimo si trasforma in un incubo, macchiato dalla vigliaccheria, il timore o la noncuranza. Quindi l'epilogo: l'ex avrebbe raggiunto Sara a circa 200 metri e le avrebbe dato fuoco con un accendino.

Da ciò che sta emergendo sembrerebbe che il legame tra i due fosse difficoltoso, fatto di pressioni costanti che sono al vaglio degli investigatori. Mai, però, si sarebbero palesate minacce di morte. Il capo della squadra Mobile, Luigi Silipo, presente alla conferenza assieme al procuratore aggiunto Maria Monteleone, ha detto: ''Sara è morta in maniera atroce. Per questo, pur comprendendo che si trattava di una zona isolata, non è pensabile che chi è passato non abbia chiamato polizia e carabinieri. Una telefonata non costa nulla e salva una vita. E poi le ragazze non devono accettare comportamenti morbosi da parte di chi le perseguita dopo la fine di un rapporto. Devono confidarsi con amici e parenti, rivolgersi alle forze dell’ordine''. "In 25 anni di questo lavoro" – ha aggiunto - non ho mai visto un delitto così atroce''.

Nessuno si è fermato, nessuno ha aiutato la giovane con una chiamata alle forze dell'ordine. Nessuno è intervenuto (sempre che lo potesse fare davvero) per salvare una povera ragazza che è incappata nel mostro che l'ha fatta ardere viva. In una storia che somiglia a tante altre vicende che abbiamo letto e raccontato in questi anni. In questo caso l'aggravante è la dinamica agghiacciante, fredda e razionale dell'accaduto.

Un delitto che rimarrà nella memoria, ma che ancora una volta ci racconta un'emergenza nazionale che nonostante le leggi continua a mietere vittima di tutte le età. In quella che viene definita una ''civiltà avanzata'', le donne e le ragazze muoiono colpite da reazioni e comportanti medioevali. Dove si può essere bruciate in un campo solo perchè un amore è finito. In Italia ci sono sacche di barbarie che ancora non permettono alle donne di liberarsi, di dire ''basta''. Combatterle e dominarle è la nuova sfida. Per Sara. E per tutte le altre.

 



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