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Abusivismo, nuova ordinanza di demolizione in provincia di Roma. ''Il proprietario aveva speso 20mila per la sanatoria''

25-03-2017

ARTENA (attualità) - ''Le istituzioni sono una cosa seria, non certo la Banda Bassotti"

ilmamilio.it

Aveva presentato domanda di sanatoria nel marzo del 2004, una cittadina di Artena, pagando la sua prima rata di 3795 euro, più 1897 di oneri concessori. E' il nuovo caso in provincia di Roma che è terminato con la richiesta di demolizione dell'abitazione. Il caso è portato alla luce dal Comitato Equi Diritti.

"Forse l’ufficio tecnico di quel Comune avrebbe dovuto valutare la pratica - affermano dal movimento - e se del caso respingerla, ove inaccoglibile ma invece, si aspetta che la malcapitata "abusiva" versi ancora 4427 euro, più 2213 nel Giugno dello stesso anno ed ulteriori 4427 euro più 2213 nel settembre 2004. Non solo: a cinque anni di distanza, precisamente nell’anno 2009, il Comune di Artena invia una lettera alla famiglia: dopo un attenta valutazione della pratica di condono infatti, negli uffici si accorgono come sia necessario un ulteriore versamento di 3467 euro, quale integrazione per regolarizzare il tutto, oltre a 200 euro per le spese della "pratica".

La famiglia dopo oltre 20mila euro versati per regolarizzare la propria prima casa di necessità (80 mq), quando invece ha scoperto di essere destinataria di un ordine di demolizione dell'immobile. "È proprio questo l’abominio sociale che si stà perpetrando ai Castelli - dichiara Cristina Milani del il Comitato Equi Diritti - si fa un gran parlare di legalità, in riferimento ai cittadini che per necessità hanno da oltre quindici anni commesso gli abusi ma poco si parla del ruolo degli Enti e degli uffici tecnici, che quelle domande di sanatoria avrebbero dovuto tempestivamente valutare e nel caso respingere, invece di permettere (ed in qualche caso incoraggiare) il pagamento delle successive rate ed oneri".

"Nelle centinaia di lettere inviate ai cittadini, tra dinieghi di sanatoria, acquisizioni od ordini di demolizione - proseguono dal Comitato - nessuna menzione viene fatta delle decine di migliaia di euro, a questo punto indebitamente percepite da ogni famiglia e delle quali legalità vorrebbe, venisse almeno disposta la restituzione. Con i proventi di quelle domande, Stato, Regione e Comuni hanno sanato i loro già precari bilanci" - continuano dal Comitato  - "non osiamo ora immaginare le conseguenze economiche delle restituzioni, d’altronde non riusciamo proprio ad immaginare che si possa continuare a glissare sull'argomento. Le Istituzioni sono una cosa seria, non certo la Banda Bassotti"



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