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"Lo specchio", l'opera prima di Laura Bellucci porta tutti gli antenati a raccontarsi

13-03-2017

LANUVIO (cultura) - La 23enne scrittrice civitana alle prese con un tema di grande fascino

ilmamilio.it

Cosa accadrebbe se un uomo potesse incontrare tutti i suoi antenati riuniti in una sola stanza? E se Dio fosse alla sbarra degli imputati in un processo? Quale potrebbe essere l’accusa? E se i personaggi di un romanzo potessero vivere di vita propria? Questi alcuni degli scenari de “Lo specchio”, opera prima di Laura Bellucci, giovane e talentuosa autrice, nata a Velletri nel 1994 e residente a Lanuvio.

Il libro, edito da LFA Publisher (2017), è una raccolta composta da venti racconti brevi, che si snodano agili e sinuosi, ricamati da uno stile impeccabile ed elegante.

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, “Lo specchio” è il riflesso di una realtà filtrata ed elaborata dallo sguardo sensibile e attento dell’autrice, pronta a restituirci il mondo nelle sue infinite sfaccettature, attraverso le sue creature: dal dolore di un figlio dimenticato da una madre malata d’Alzheimer, eppur ancora maestra di vita, ai risvolti tragicomici della solitudine del signor Cosetti, vecchio imbranato apprendista criminale; dalla delicata tenerezza della breve vita di un fiore, al vuoto esistenziale del protagonista  di “(13,72 ± 0,12) × [(10)]^9”, che apre la raccolta: «Non riesco a tollerare tutto questo: avere un solo ombelico, cinque dita per mano, una media di centomila capelli. Dover guardare con soli due occhi e in una sola direzione. […] Non riesco ad accettare che ogni secondo trascorso mi avvicini al momento in cui esalerò il mio ultimo respiro. […] Non riesco ad accettare di dover morire una sola volta, in un solo modo».

Il grido interiore del protagonista del racconto d’apertura diviene la chiave di volta dell’intera opera, monito prezioso per il lettore che sia pronto ad immergersi nei venti racconti, venti vite vissute dall’autrice, venti specchi differenti. Un viaggio intenso, in bilico tra realtà e sogno, tra concreto e assurdo: «Sono scappato via. Ho valicato le strade, le città, le nazioni, il mondo, la Via Lattea, l'Universo. Ho corso così tanto senza sapere dove andavo, che alla fine sono arrivato dove volevo essere»; un viaggio da vivere in compagnia delle pagine di questo libro.



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