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Frascati: Astra 8, una vicenda lunga 14 anni. Che oggi torna di pressante attualità

31-05-2017

FRASCATI (attualità) - La cronistoria del Piano di valorizzazione dei 32 ettari in zona capolinea metro Anagnina: al Comune di Frascati renderebbe in 60 anni la bellezza di 180 milioni

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L'assoluzione con formula piena in primo grado, perché il fatto non sussiste, di Renato Bonomo ed Ettore Rosboch nell'ambito dell'inchiesta denominata "Astra 8" mette un punto fermo ad una vicenda che a Frascati si trascina da ben 14 anni. Questi ultimi 5 dei quali trascorsi tra avvocati ed Aule di Tribunale (LEGGI l'articolo).

Un affare che per il Comune di Frascati vale 180 milioni di euro in 60 anni, che riguarda i 32 ettari di terreni in zona capolinea metro Anagnina e che oggi torna prepotentemente di attualità.

DAL 2002 - Una storia che prende le mosse nel 2002 quando il Consiglio comunale, all'unanimità e dopo mesi di discussioni e concertazioni, approva il Piano di valorizzazione dei terreni ad uso civico che riguarda proprio l'appezzamento in oggetto che all'epoca era occupato da due aziende agricole che versavano al Comune di Frascati circa 15mila euro all'anno per l'affitto.

Un terreno da complessivi 34 ettari, dei quali il Comune decide di mandarne il gara 32. Un intervento complesso, complicato che vede l'intera area suddividersi in 4 differenti zone.

LA QUADRIRIPARTIZIONE DEI 32 ETTARI - Una prima area è quella che il privato vincitore dell'appalto acquista direttamente dal Comune di Frascati, per circa 12 milioni di euro e che è destinata a servizi: il privato realizza strade, parcheggi e giardini e gira tutto il pacchetto al Comune di Roma cosicché formalmente pur essendo l'assegnatario dell'appalto a pagare i terreni passano direttamente dal Comune di Frascati al Campidoglio.

Ci sono poi 3 aree vincolate con concessione con diritto di superficie. L'area che chiameremo A, già inserita nel Piano regolatore degli anni '60 di Roma, è destinata alla realizzazione di circa 115mila metri cubi di abitazioni, per un nucleo urbano di circa 1500 abitanti.

L'area B è invece destinata ad area Artigianale, anche - si era pensato - a servizio degli studi cinematografici della vicina Cinecittà.

Le aree A e B frutterebbero al Comune di Frascati un canone annuo di circa 1,2 milioni di euro con possibilità di riscatto da parte del privato dopo venti anni: in quel caso nelle casse di Palazzo Marconi entrerebbero più di 30 milioni.

L'area C, infine e pari a circa il 60% del totale (circa 13 ettari) è destinata a "servizi pubblici a carattere privato", vale a dire supermercati, cinema, biblioteche. Per quest'ultima area non è previsto diritto di riscatto: al termine dei 60 anni della concessione il tutto dovrà tornare, salvo nuovo accordo, al Comune di Frascati. Il canone annuo che Palazzo Marconi ottiene per queste aree è di circa 600mila euro.

Un affare, insomma, che nelle casse del Comune porterebbe - oltre ai 12 milioni iniziali per l'area a servizi, 1,8 milioni all'anno per almeno 20 anni.

L'ASSEGNAZIONE - La gara viene espletata nel 2003: i concorrenti sono 4 ma solo 3 sono idonei ed a vincere è la società "Astra 8" che dunque ottiene l'appalto. Renato Bonomo, ex dirigente del II settore del Comune di Frascati, figura come responsabile del procedimento per il proponente: Ettore Rosboch è il referente per Astra 8.

LE LUNGAGGINI BUROCRATICHE - Da qui però si parte con un lungo iter burocratico che si impantana più volte nelle stanze del Campidoglio. Il Comune di Roma deve infatti liquidare la delibera di Consiglio che approva il Piano. Prima alcune modifiche richieste, quindi la fine della seconda consiliatura di Walter Veltroni (lanciato nella corsa a Palazzo Chigi), quindi altre difficoltà sul piano della viabilità rallentano il tutto.

Quando si riparte in Campidoglio c'è Gianni Alemanno: nel novembre 2011 dal Comune di Roma arriva l'ok e sembra tutto pronto per l'avvio delle conferenze di servizi.

GLI ESPOSTI - Nel frattempo però a Frascati la polemica politica è già scoppiata e diventata rovente. Le contestazioni che l'opposizione porta riguardano la congruità delle cifre dell'intera operazione, considerate basse ma anche alcune riserve sull'aggiudicatrice, Astra 8. Partono quindi gli esposti, firmati dai consiglieri Vincenzo Conte (Forza Italia), Sandro D'Orazio e Giuseppe Privitera (liste civiche), e depositati presso la Procura di Velletri e la Corte dei Conti. Il 17 novembre 2011 la Guardia di finanza sequestra i 32 ettari di terreni in oggetto.

OGGI - In tutto questo la società Astra 8 ha versato, a garanzia di un eventuale ritiro, 1 milione di euro e questa sarebbe l'unica cifra che il Comune ha incassato dall'intera operazione. Milione che, in caso di effettiva prosecuzione dell'intervento, il Comune dovrà comunque scontare dai canoni annui.

In linea teorica, dopo il dissequestro dei terreni, si è tornati alla condizione pre-processuale e vale a dire col Comune di Roma pronto ad andare in conferenza dei servizi.

Tanto è però cambiato e sono da verificare le effettive disponibilità delle tre parti in causa, Comune di Frascati (che come noto nel processo di è costituito parte civile), Comune di Roma ed Astra 8 di procedere con l'intervento. In caso contrario, pagamento di penali e cause civili a parte (che non sussisterebbero, pare di capire, solo se a rinunciare a tutto dovesse essere proprio il Campidoglio), Palazzo Marconi dovrà trovare un'altra strada per valorizzare quei terreni ad usi civici. Magari partendo con un'altra gara sempre sulla scorta di quanto deciso dal Consiglio comunale nel 2002.

Tanto, ma non tutto, è insomma nelle mani del commissario prefettizio Bruno Strati.

 



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