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Rocca di Papa: per il sindaco l'avversario numero 1 in Aula è Massimiliano Calcagni. L'ammutinamento è stato un flop

08-07-2017

ROCCA DI PAPA (politica) - Nei mesi scorsi il primo cittadino avrebbe raccolto firme tra i consiglieri per farlo decadere. Goffo e non consentito modo per farlo fuori

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Una maggioranza chiaramente forte stabilita dalla legge elettorale che però, pur rintuzzata da subito dalla posizione pilatesca di Danilo Romei, ha tre spine nel fianco per il sindaco Crestini.

Se Lorenzo Romei, consigliere che pur tra i più votati in assoluto non ha avuto nessuna delega, è considerato ormai in orbita Mdp (fatto curioso questo) e resta comunque al momento ancora "oppositore dormiente", il nome forte dell'opposizione interna alla maggioranza è quello di Massimiliano Calcagni.

Da subito poco organico alla claque consiliare del sindaco (i cui capobastone stanno ora raccogliendo il frutto del duro lavoro svolto nel primo anno, vale a dire Gian Luca Zitelli già nominato assessore e Paolo Gatta, prossimo ad entrare in Giunta), Calcagni sarebbe stato oggetto negli scorsi mesi di un goffo tentativo orchestrato proprio dal sindaco per farlo dimettere.

Tanto che pare abbia girato un foglio con diverse firme dei consiglieri di maggioranza che chiedevano la decadenza del presidente del Consiglio. Decadenza non prevista. E così, venuto a conoscenza dell'ammutinamento dei suoi colleghi di maggioranza, Calcagni - che già aveva mal digerito la mezza pagliacciata del video per gli abusivi di marzo nel quale era stato tirato dentro (LEGGI l'articolo) - è ormai il nemico numero 1 di Crestini. Molto più di alcuni teneri e compromessi consiglieri di opposizione.

Di fatto, come ad esempio dimostra il recente caso di Maurizio Colacchi a Castel Gandolfo o quello di Luisa Sallustio ad Ariccia, l'unico modo per far "cadere" il presidente del Consiglio sono le dimissioni o gravi motivazioni che comunque non si sono mai riscontrate nei citati casi per quanto i numeri 1 delle Assisi di Castello e Ariccia fossero esplicitamente o di fatto passati in opposizione.

Perché Massimiliano Calcagni, che non può certo essere considerato un fine stratega politico, è ritenuto poco organico alla maggioranza? Qual è il nodo dello scontro? Perché l'unico componente del Consiglio comunale a percepire una indennità equiparata a quella degli assessori non è allineato al sindaco ed alla sua maggioranza?

Interrogativi per i quali avremo le dovute risposte.



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