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Incendio Eco X Pomezia, Andreassi: "Valori nella norma dopo 2 mesi: altro che esame superato"

04-07-2017

ALBANO LAZIALE (attualità) - L'assessore albanense, docente universitario, tiene alta l'attenzione su una vicenda che ha ancora molti punti oscuri

ilmamilio.it

A tenere alta l'attenzione sulla Eco X di Pomezia e sul tremendo incendio che il 5 maggio scorso ha devastato l'impianto di smaltimento rifiuti generando una immensa tube tossica che per giorni ha imperversato sui Castelli romani e sul litorale sud (LEGGI l'articolo), è ancora una volta l'assessore albanense Luca Andreassi. Un docente universitario che da settimane, con interventi pacati ma estremamente fermi, fornisce aggiornamenti e rilevanti spunti di riflessione su una vicenda dai tanti aspetti ancora oscuri.

"L'Arpa Lazio - scrive Andreassi - ha comunicato i risultati delle analisi effettuate sui metalli pesanti, così come richiesto dai Comuni del Distretto Socio-Sanitario di cui Albano Laziale è capofila. Le concentrazioni di Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo sono risultate nella norma. E' questa certamente una buona notizia che si associa al fatto che, sempre Arpa, comunica che anche le concentrazioni di benzo(a)pirene, diossine, furani e PCB sono tornate nella norma.

Una buona notizia, dunque, che sembrerebbe ulteriormente giustificare il silenzio che, ormai da qualche settimana, è calato sulla vicenda. Ci avete fatto caso? Nessuno ne parla più. Neanche su Facebook. Addirittura, sul quindicinale "Il Pontino" in un'intervista al Sindaco di Pomezia (Fabio Fucci, ndr), si parla di "esame superato" relativamente all'incendio ed alle sue conseguenze.

Eppure non si sa ancora cosa abbia bruciato, gli inquinanti che sono stati "inseguiti" (ipotizzando abbia bruciato solo plastica) sono tornati nella norma giusto dopo quasi due mesi e, soprattutto, il cumulo di materiale bruciato sta ancora lì con tutti i rischi di infiltrazione nel terreno e nella falda.

La mia sensazione è che si sia persa una grandissima occasione. L'occasione di far sentire la voce di un territorio unico e coeso che pretende certezze in materia di sicurezza e controlli su tutti gli impianti che ospita. Una coesione che superi gli schieramenti e le casacche politiche. Magari, tutti insieme, saremmo riusciti a spiegare, per esempio, che non si può lasciare quella enorme quantità di materiale bruciato ed inquinante per due mesi senza preoccuparsi delle conseguenze di contaminazione dell'area. O forse saremmo riusciti a capire addirittura anche cosa realmente abbia preso fuoco quel maledetto 5 maggio.

Altro che esame superato".



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