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I Comunisti affondano ancora: "Alla Fiorucci di Pomezia sprechi inauditi"

22-03-2017

POMEZIA (attualità) - Una dura nota sulla crisi che travolte i 450 lavoratori del sito pometino

ilmamilio.it - comunicato stampa

Dai Comunisti dei Castelli romani riceviamo e pubblichiamo.

"I 450 lavoratori della Fiorucci di Pomezia sono chiamati a discutere l’ennesima proposta indecente di accordo concordata alla Regione Lazio da una direzione aziendale screditata con i sindacati regionali (la trattativa è stata appositamente spostata a livello regionale per eliminare dal tavolo e dalle assemblee aziendali alcuni sindacalisti scomodi, contrari a svendere i lavoratori).

La proposta dell’azienda è indecente sia sul piano sindacale sia su quello morale: cancellazione di tutti gli accordi integrativi (navette di trasporto, generi alimentari in natura, premi di produzione, ecc.), esternalizzazione di 15 posti di lavoro alle cooperative esterne (6 magazzinieri, 3 addetti al depuratore, 4 alle bilancette, 1 alla movimentazione dei wurstel, 1 mulettista ai salami) e trasformazione dei classici premi di produttività e partecipazione nel cosiddetto "welfare".

Nell’accordo indecente la società dichiara di passare ad una fantomatica industria 4.0 con un ridicolo investimento di 2,5 milioni di euro in tre anni.

Senza investimenti non c’è futuro per l’azienda!!!

Per i lavoratori il sacrificio è durissimo: contratti di solidarietà con pesante riduzione del salario (da 1.300 a 1.150 euro) per 21 mesi e una parte importante del salario (2.113 euro per i quadri e 1.511 euro per gli operai) trasformato in “welfare” (che non sarà retribuito in euro, ma con buoni pasto che molti esercizi commerciali non accettano, assicurazioni sanitarie che non coprono nulla, biglietti autobus per servizi pubblici inefficienti e tante altre fregature).

L’azienda vuole trasformare i classici premi di produttività in “welfare” perché alle prestazioni di welfare aziendale si può applicare la totale detassazione e decontribuzione.

In sintesi, l’accordo proposto dall’azienda ai sindacati è costituito dal taglio dei diritti e del salario dei lavoratori in cambio di una marea di soldi pubblici al gruppo multinazionale spagnolo/messicano, che potrebbe configurarsi come una possibile truffa ai danni dello Stato Italiano.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani denuncia questo accordo in quanto dannoso per i lavoratori e completamente inutile per il futuro dell’azienda.

Una direzione aziendale che ha prodotto 200 milioni di perdite in cinque anni, senza alcuna autorevolezza cerca di scaricare la sua incapacità gestionale sui salari e sui diritti dei lavoratori. I lavoratori vedono il loro lavoro aumentare, ma l’azienda li obbliga a contratti di solidarietà per far entrare a sostituirli le cooperative esterne.

I lavoratori nella precedente assemblea hanno anche evidenziato una marea di giganteschi sprechi aziendali.

Ad esempio, la Cesare Fiorucci SpA ha affittato da quasi 5 anni un deposito di congelazione in provincia di Rieti per un importo di 250.000 euro l’anno, quando nella sede di Pomezia metà dell’impianto di congelazione è chiuso ed inutilizzato per una fantomatica manutenzione.

In sintesi, i lavoratori hanno la netta impressione che l’azienda abbia un “portafoglio molto largo” nella gestione delle spese e ciò sarebbe drammaticamente confermato dalle forti perdite che la “Cesare Fiorucci SpA” ha registrato negli ultimi 5 anni.

Perché a pagare le spese folli della direzione aziendale devono essere i lavoratori?

La società “Cesare Fiorucci SPA” è dentro un gioco di scatole cinesi: è posseduta dalla società spagnola “Campofrio Food Group, sociedad anonima”, a sua volta posseduta dalla società spagnola “Sigma Alimentos Exterior Slu”, che a sua volta è posseduta dalla società “Sigma Alimentos S.A. DE C.V.” con sede in Messico, a sua volta posseduta dalla “Alfa S.A.B DE C.V.” con sede in Messico, a sua volta posseduta dalla società “Familia Garza Sada…” con sede misteriosa.

Negli ultimi 10 anni gli investimenti della società “Cesare Fiorucci SPA” sono crollati (in particolare le immobilizzazioni immateriali per marchi, concessioni, brevetti, ecc. sono passate da 170 milioni di euro a 46 milioni di euro).

Al crollo degli investimenti è seguita una conseguente rilevante contrazione delle vendite, che sono scese da 304 milioni di euro a 197 milioni di euro.

Questa pianificata operazione di smantellamento ed impoverimento della società (LA META’ DEI REPARTI DELLA SEDE DI POMEZIA OGGI SONO CHIUSI) ha prodotto perdite imponenti per 195 milioni di euro solo negli ultimi 5 anni, che vengono riciclate nel gioco delle scatole cinesi del gruppo multinazionale spagnolo/messicano.

Tutte le movimentazioni infragruppo sono assolutamente non chiare (come milioni di euro di interessi passivi verso le società controllanti) e possono essere collegate a fenomeni di elusione e di evasione fiscale internazionale (“transfer pricing”).

A gestire queste discutibili operazioni finanziarie, la “Cesare Fiorucci SPA” ha anche ingaggiato un Amministratore delegato con un’esperienza consolidata nella Parmalat.

LA FIORUCCI COME LA PARMALAT?

L’assemblea generale dei lavoratori della Fiorucci di Pomezia è fissata per mercoledì 22 marzo 2017, mentre la votazione su questa indecente proposta si terrà nei giorni successivi. Il Partito Comunista dei Castelli Romani sarà a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della Fiorucci nella difesa dei posti di lavoro e dei diritti sul lavoro, invita i lavoratori a votare NO a questo accordo indecente e programmare azioni di lotta sindacale per conquistare un accordo decente accompagnato da un significativo piano degli investimenti.

Il Partito Comunista denuncerà alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Economia e delle Finanze la firma di accordi “truffa” ai danni dei lavoratori della Fiorucci che configurano un danno erariale per lo Stato Italiano e un indebito vantaggio per il gruppo multinazionale spagnolo/messicano. Considerando la complessità di questa trattativa che coinvolge un gruppo internazionale spagnolo/messicano che sta spolpando e distruggendo la “Cesare Fiorucci SPA”, uno dei gioielli italiani del comparto della produzione alimentare, la trattativa va spostata a livello nazionale sui tavoli del Governo Italiano.

Resistere, resistere, resistere".



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