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Grottaferrata, candidati e primarie: un contributo al dibattito

24-02-2017

GROTTAFERRATA (politica) – Da Veronica Arpaia, ex consigliere comunale, riceviamo e volentieri pubblichiamo

ilmamilio.it

''Sembra che oramai le candidature del centro sinistra nell’ambito delle prossime elezioni amministrative criptensi del giugno 2017 siano state lanciate. L’unica (e per fortuna) candidata donna è Rita Consoli, sostenuta dalla lista civica 'La Città al Governo'. C'è poi il neo-designato dal PD Danilo Intreccialagli seguito da Luciano Andreotti che dal PD pare voler ultimamente prendere tardive distanze. L’opzione, sempre dentro casa PD, di Stefano Bertuzzi, si allontana dall’orizzonte, in particolare da quando, pochi giorni or sono, il suo competitor, ha ricevuto il sostegno ufficiale del Senatore Astorre, ubi maior!

Chi scrive non sa se la componente maggioritaria (defenestrata) del PD locale rinuncerà alle primarie tout court, senza colpo ferire. Tuttavia al di là di questa vicenda interna alla sede di Via Isonzo e sulla quale forse troppo si rumoreggia vista l’entità del tema - e cioè nomi (per papabile Sindaco) privi di una progettualità di lungo periodo -, il problema più grande di cui meno si parla è quello della tenuta di una futuribile maggioranza rispetto alla legge elettorale vigente. Se ne parla meno perché scotta, eccome se scotta! Non è sfuggito a nessuno che per vincere le comunali si è sempre ricorsi a maggioranze eterogenee ma che le stesse sono sfociate inesorabilmente in un commissariamento del Comune stesso (fa eccezione l’esperienza di Mauro Ghelfi); se ne ricorda bene ancora Angelo Viticchié. Ci sarebbe quindi bisogno di una maggioranza coesa e con un programma sufficientemente chiaro, anche nelle priorità: una chiarezza così cristallina da non permettere a nessuno di deviare rispetto ad un percorso predeterminato con lavoro compiuto con fatica e impegno grazie ad una determinazione quotidiana e assidua dimostrata negli anni: per un programma siffatto bisogna aver pedalato prima e anche parecchio. Risulta invece chiaro che le coalizioni eterogenee sono frutto di accordi presi nei soli 6 mesi antecedenti la data elettorale. Un simile percorso non può che portare a vittorie transitorie destinate a rese dei conti (una volta dietro gli scranni) antiche e che mai si dipanano.

Se il candidato Intreccialagli vincesse la corsa senza passare per le primarie, sarebbe destinato ad avere almeno 4 o 5 dei consiglieri afferenti al gruppo di Bertuzzi. Non nascondiamocelo: i dolorosi eventi nazionali di questi giorni parlano ahinoi la stessa lingua, le correnti ancora imprigionano l’unico partito che, soprattutto a livello nazionale, a mio parere, a tutt’oggi un potenziale lo avrebbe, lo avrebbe ma non lo sa utilizzare, almeno non più. A cascata, dalle regionali alle comunali, le cose non cambiano, anzi! Se invece si tenessero comunque le primarie si salverebbe, almeno apparentemente, la facciata democratica ma, i numeri (e i rancori) in consiglio comunale sarebbero gli stessi identici di prima e, come nel gioco dell’oca, si tornerebbe alla prima casella. Veramente si vuole correre il rischio che la casa comunale venga ancora (mal) governata per 2 o 3 anni per poi essere commissariata allo scopo di arginare, all’interno del proprio partito, una parte della nuova classe dirigente lasciata entrare alla rinfusa al momento della nascita del PD? Ancora una volta il partito, gramscianamente, viene prima del paese, della città e quindi della cosa pubblica. Sinceramente, in un momento di così grande disaffezione politica, di difficoltà economiche nazionali e occidentali, non se ne comprende più il motivo''.  



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