“La casa di Sophia” chiude. Appelli caduti nel nulla. La struttura accudiva le donne vittime di violenza

Pubblicato: Venerdì, 18 Agosto 2017 - Fabrizio Giusti

CASTELLI ROMANI (attualità) – I Comuni non hanno pagato, inevitabile la serrata

ilmamilio.it

La chiusura della ‘Casa di Sophia’, struttura di protezione (per questo non è resa nota la sua collocazione geografica) per alcune donne vittime di violenza con i rispettivi bambini, è un segnale triste. Undici persone, da oggi, dovranno reinventarsi una vita: le ragazze ospitate - che nel frattempo avevano trovato una occupazione e l'hanno persa - nonché il personale (cinque persone più una psicologa) che hanno pagato a caro prezzo le inadempienze di almeno sette comuni, le cui casse hanno mancato di elargire alla struttura, gestita da una cooperativa, l’ammontare di 80mila euro. Pochi giorni fa era stato lanciato un appello (leggi l'articolo) affinché si scongiurasse la fine di questa importante esperienza sociale. Non è servito.

Ai dipendenti rimasti senza lavoro, dunque, va aggiunto il grave disagio delle donne che sono state spostate in un’altra struttura, ricominciando un percorso psicologico che sembrava essersi stabilizzato nel recupero della quotidianità, della serenità, nell'armonia, nella professionalità di chi le accudiva e, in alcuni casi, nell'amicizia.

Un dramma inascoltato, frutto di un meccanismo che sembra non funzionare come dovrebbe e che proprio ieri è stato oggetto di un interessamento del consigliere regionale Fabrizio Santori e di Federica Nobilio, responsabile regionale del movimento ‘Terra nostra’. “Nel silenzio più subdolo delle istituzioni – avevano detto - c’è un intero sistema di sostegno psicologico e protezione sull’orlo del precipizio e qualcuna che chiuderà addirittura nei giorni a cavallo di Ferragosto. Un vero e proprio grido d’allarme che proviene da questi centri in cui centinaia di donne accolte su tutto il territorio regionale cercano con difficoltà di riappropriarsi della loro vita, insieme ai lori figli, lasciandosi alle spalle minacce, violenze e vessazioni. Eppure sembrerebbe che per i mancati pagamenti da parte dei Comuni, o perché dalla Regione stentano ad arrivare le adeguate e tempestive risorse, questi rifugi stiano attraversando una crisi che a breve potrebbe far cessare la loro attività”. Rivolto un appello alla Regione Lazio per chiarire se sia lo stesso ente a non dotare delle adeguate risorse i Comuni, o se sono invece i Comuni a non impegnarle in maniera adeguata.

Intanto la ‘Casa di Sophia’ ha finito di vivere. Un’altra ferita nella lotta per la lunga battaglia a favore del reinserimento di donne e bambini caduti nel gorgo della violenza e del recupero psicologico.


Commenti  

# Ada Maraini 2017-08-18 10:38
Ciò dimostra quanto tutte le scemenze firmate contro il femminicidio e la cultura che lo supporta (cultura malata maschile e femminile) e blablabla siano solo una bella copertina...per chi sopravvive c'è il precariato abitativo...se basta, Bravi, poi facciamo in autunno qualche bel vernissage di opere 'contro', più comodo e più piacevole del pagare i conti.
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